Porsi domande e darsi risposte dolorose.
Nella loro carriera i Depeche Mode non hanno mai nascosto il loro lato politico, ma mai come in Spirit la cosa è diventata più esplicita e dichiarata. Where’s The Revolution, singolo apripista dell’album, era accompagnato da un video esplicito ad opera del sempre presente Corbin ed una copertina quantomeno chiara. In realtà il brano è un’accusa nei confronti del popolo, ormai apparentemente incapace di reagire all’establishment e tramutato in un Vic Rattlehead moderno, o volendo nelle tre scimmiette: sorde mute e cieche.
Il brano si muove su coordinate abbastanza canoniche per i nostri, ma riesce a spiccare per un ritornello azzeccato che nel suo incedere trova il perfetto compendio nella parte precedente il gran finale, quella dell’adunata sospirata e desiderata. Pur rimanendo lontani dai fasti che furono e senza spingersi troppo oltre la comfort zone compositiva, i nostri riescono a rimanere fedeli a se stessi confezionando un brano d’impatto, ben costruito, con un crescendo carico di tensione che sfocia nella domanda gridata a pieni polmoni: dov’è la rivoluzione? Dai gente, mi state deludendo.
Se solo avessero saputo quanto la gente lì avrebbe delusi nei sei anni successivi… Notevole il remix assurdo ad opera degli Algiers.
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