New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Depeche Mode: The Sun And The Moon And The Stars (Sounds of the Universe, 2009)
Emo Gore

Depeche Mode
The Sun And The Moon And The Stars (Sounds of the Universe, 2009)

Le preghiere negate.

La bulimia indigesta delle case discografiche che ha contraddistinto l’ultimo periodo dell’era in cui ancora si compravano dischi ha ammazzato a colpi d’accetta decine di album: semplicemente, troppi filler per ciascun album. Tolti i singoli, spesso un disco era una Cambogia dove il fan dei Cure vedeva relegare a b-side qualcosa come This Morning a favore di robetta come I Don’t Know What’s Going On. E pari destino toccava ad altri grandi nomi, come i Depeche Mode.

Sounds Of The Universe fu considerato da critica e fan un mezzo passo falso: troppi i brani riempitivi, conseguenza di un’apparente carenza di ispirazione. Peccato che alcune gemme ci fossero, anche se in alcuni casi inspiegabilmente nascoste. The Sun And The Moon And The Stars era una di quelle, e relegarla a bonus track invece che darle la giusta esposizione è stato un piccolo crimine discografico.

Questa mini suite per synth e campionatori è uno dei pezzi migliori di quel periodo, tra un arrangiamento ardito e caldo, un testo che è un sogno ad occhi aperti ed un interpretazione vocale (di Martin Gore) da pelle d’oca. E’ un brano che il Robert Smith di quegli anni (tanto per rimanere in tema) avrebbe voluto o dovuto scrivere se solo si fosse spinto un pò fuori la sua comfort zone.

Che Dave Gahan sia un eccellente interprete, un performer fuori gara nonché buona parte dell’immagine della band è innegabile, ma che Gore da solo riesca comunque a tirare fuori cose eccellenti è un dato di fatto su cui nessuno dotato di gusto può discutere. Ad oggi, non è mai stata riproposta dal vivo: un altro piccolo crimine.

Depeche Mode 

↦ Leggi anche:
Depeche Mode: Where's The Revolution?
Humanist (feat. Dave Gahan): Shock Collar
Martin Gore: Mandrill
Stella Rose: Muddled Man
Depeche Mode: Ghosts Again
Depeche Mode: the best of the rest

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 1 persone!