Anelli intorno al cuore.
Anche se non te ne rendi conto immediatamente, nella fine di qualcosa si nasconde un inizio. Ed è altrettanto naturale che, quando ti separi da una persona che hai amato, prima di ripartire ripensi all’accaduto e a te stesso. E se, come Laura Veirs, di professione fai la cantautrice, può accadere che tu metta l’accaduto in una raccolta di canzoni che va a inserirsi nella tradizione dei dischi che, sulle orme di Blood on the Tracks, scivolano come lava da un cuore spezzato. Dischi che accompagnano i giorni in cui l’amore fa male però bene e tramite i quali artista e pubblico possono rinascere insieme.
Nel caso specifico, Found Light reagisce al divorzio tra Tucker Martine – già apprezzato produttore per Decemberists, Jayhawks – e la stessa Veirs. La quale risponde agli eventi e nel frattempo ci ragiona su, adottando un contegno per forza di cose intimista e meditativo. Avvolto in trame essenziali però curate nel dettaglio, è il cantautorato che ci piace perché pone in risalto le emozioni e trasforma in forza certe presunte fragilità.
È musica dove la speranza fa spesso e volentieri capolino da folk traslucidi in vena di jazz, che altrove si aprono a una foschia digitale e a filastrocche dolceamare. L’apice è questa Ring Song, che su un pianoforte cristallino e inquieto incastra una melodia delicata e circolare, spiegando a chiare lettere che il titolo del disco può significare sia “luce trovata” che “Laura Veirs ha trovato la luce”. In entrambi i casi, è assolutamente azzeccato.