Pazzerelli che parlano di pazzerelli.
Succede che, dopo il trionfo di Enter the Wu-Tang, RZA parte con un nuovo progetto pazzerello, di cui oggi si ricordano in pochi ma che andrebbe rispolverato con urgenza. Parliamo di Gravediggaz, un supergruppo in cui oltre a RZA abitano Prince Paul (Stetsasonic, primi De La Soul) e Frukwan (Stetsasonic) e Poetic (The Brothers Grym).
Il quartetto esce nel 1994 con 6 Feet Deep, un macabro e malato saggio di eastern horrorcore: produzioni strinate e disturbanti, testi tra il trucido e il nichilista, un parco campionamenti che abbonda di risate sataniche, fruscii, lugubri rintocchi and so on.
Diary of a Madman, singolo di punta del disco, è un ottimo punto di partenza per addentrarsi in questo oscuro mood: centrato su un ossessivo e spettrale loop di voce femminile, il pezzo è ambientato nell’aula di un tribunale in cui un uomo – forse posseduto, forse affetto da disturbi della personalità – prova a spiegare attraverso visioni infernali come la società l’abbia spinto a commettere un infanticidio. I quattro rapper che si susseguono nelle strofe (in ordine Shabazz the Disciple, RZA, Killah Priest e Rukwan) rappresentano così altrettante personalità del non stabilissimo imputato.