Classic Wu-Tang.
Ironman è il debutto di Ghostface Killah, anch’esso prodotto da RZA. È un disco strano perché riesce a essere al tempo stesso un episodio minore nella carriera di Ghostface, qui non ancora pienamente maturo, e uno dei vertici assoluti nella produzione del Wu-Tang Clan.
Le ragioni alla base del primo punto sono presto dette: molto semplicemente, nell’economia di Ironman il rapper protagonista non è sempre centrale, anzi. Già dalla copertina il lavoro è annunciato più come un episodio collettivo che come un vero e proprio album solista, dall’effige «The Wu Saga Continues» ai nomi di Raekwon e Cappadonna che campeggiano. I due “aiutanti” compaiono su quasi tutte le tracce in scaletta, e solo quattro su diciassette vedono Ghostface Killah prendersi la scena in solitario. Addirittura in due pezzi (Faster Blade e Assassination Day) non compare proprio, una scelta a prima vista paradossale contando che si tratterebbe in teoria del suo esordio solista.
Fatta questa premessa, il rap e le produzioni di Ironman sono a livelli di eccellenza assoluta. RZA mischia campioni soul e jazz per creare una cupa atmosfera da film di blaxploitation esplicitata già nell’iniziale title track, con un irresistibile beat a base di sax e piano. Se crimine e vita di strada la fanno per lo più da padrone, non mancano però episodi più introspettivi e vulnerabili, da Wildflower – dove Ghostface, tradito e abbandonato, sfoga la sua rabbia verso la compagna che gli ha messo le corna mentre era in tour – all’elegante viale dei ricordi della celebre All That I Got Is You, con iconico ritornello di Mary J. Blige.
Il capolavoro dell’album è però il panzer Daytona 500: ritornello dei Force MD’s e soprattutto geniale beat di RZA che campiona Nautilus di Bob James (tra i classici più saccheggiati nel mondo hip hop) velocizzandone il celebre break, su cui si stendono le strofe dei 3 MC. Semplicemente, un classico.