Insospettabili accostamenti azzeccati.
C’è questa cosa simpatica che fanno i Vola: una playlist collettiva su Spotify, dal nome Vola listens to, aggiornata ogni mese con roba nuova. Ci sono – a oggi – 176 canzoni, e, se conoscete la band danese, a scorrerla vi viene da dire certo, per forza, è ovvio che i Vola ascoltino Pink Floyd, Mars Volta, Soundgarden, Porcupine Tree, Leprous, Massive Attack, Röyksopp, Nevermore, Carpark North eccetera. E se invece la band non la conoscete, vi viene da dire ma diamine, ma chi sono questi, devo assolutamente conoscerli.
Witness è effettivamente uno dei migliori dischi usciti quest’anno, se vi piace qualcosa che possa avere un’improbabile classificazione di progressive djent metal melodico con tentazioni pop e passaggi magniloquenti (ma poi perché questa esigenza di classificare tutto?).
Per These Black Claws la band ha aggiunto al pastiche già sufficientemente ricco anche l’ingrediente dell’hip hop, grazie alla collaborazione con Shahmen, duo olandese/americano, e il risultato è un po’ come quando provate un accostamento inedito che non pensavate potesse stare bene insieme, e invece no, ci sta benissimo, ed è come se l’aveste sempre saputo, e sostenuto.
Hip hop e prog metal? Ma benissimo, certo, ça va sans dire.