Prolifico ma non prolisso.
Vince Staples è una garanzia da sempre: difficile trovare colpi a vuoto nella sua discografia, e pure questo omonimo (breve) album non fa eccezione. Oltre alla costanza qualitativa, c’è pure da dire che anche in quanto a capacità di rinnovarsi il rapper di Compton non ha mai difettato. Perché se cazzimma e killer flow non sono mai stati un problema, a questo giro troviamo uno Staples così rilassato, preso bene e immerso in un piglio laid back come non l’avevamo mai sentito.
Merito anzitutto delle produzioni del sodale Kenny Beats, che sostanzialmente smarmella tutto il disco in beat estivi e crepuscolari, stortissimi ma mai cervellotici. Il tappeto ideale su cui poggiare il flow (spesso narcolettico) del protagonista – sentire un pezzo come LAW OF AVERAGES per credere. Ecco quindi che abbiamo tra le orecchie un caleidoscopio di tracce molto lente e compassate rispetto agli standard precedenti, per un disco perfetto da mettere in macchina guidando verso un tramonto estivo, blunt in mano e scazzo nel cuore.
Non che manchi pure stavolta la hit assassina (sulla scia di bangers passate come Norf Norf o FUN!), disciplina che alla fine resta la specialità di casa Staples: stiamo parlando della conclusiva MHM, synth eerie il giusto e bassone cicciotto e massaggiante, boom-bap stagliuzzato e ritornello che non lascia superstiti. Noi lo diciamo da un po’: il signore qui è tra i 4-5 rapper migliori al mondo.