Adult-oriented indie rock.
In una contemporaneità dominata dal becero presenzialismo, gli Eleventh Dream Day sono qualcosa di necessario. Per la musica e perché agiscono in netta controtendenza: non inseguono sciocchi giovanilismi, parlano solo se ritengono di avere argomenti rilevanti e in una carriera senza pecche hanno sempre assecondato l’espressività. Dalla loro parte hanno la medesima perseveranza e saldezza di intenti che appartiene agli Yo La Tengo, con i quali viene spontaneo tracciare paralleli di natura stilistica e attitudinale.
Senza trascurare il fatto che anche gli Eleventh Dream Day hanno l’aspetto degli amici fidati e ruotano attorno a una coppia. Rick Rizzo canta e imbraccia la sei corde, Janet Beveridge Bean siede alla batteria pur non disdegnando il microfono. Con il fondamentale apporto del bassista Douglas McCombs, dalla seconda metà degli anni ‘80 offrono delizie di turgido, emozionante rock chitarristico che, tra ballate e impennate, guarda sì a Dream Syndicate e Television, però getta nel calderone anche lo sperimentalismo post, le schegge punk e new wave e la rivisitazione delle radici. A tenere insieme ogni ingrediente, una scrittura di alto livello e la passione di chi viene da lontano e bada al sodo.
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Di tutto ciò Since Grazed costituisce un perfetto riassunto in un saliscendi di circolari, cristallini arpeggi dipanati su una melodia accorata. È un malinconico inno che trascolora nell’orizzonte, schietto e puro come i suoi autori. Gente che non farà mai la fine di Icaro, perché sa di avere ali leggere e allo stesso tempo robuste.
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