Nel dicembre 1988 usciva Sub Pop 200, la compilation-manifesto che in qualche modo inaugurava la nascita della Sub Pop come casa discografica indipendente.
La sede, ironicamente battezzata “Sub Pop International Headquarter”, apriva ufficialmente i battenti il primo aprile di quell’anno al terzo piano del Terminal Sales Building, nel pieno centro di Seattle.
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Per l’occasione, i Soundgarden – band fondante ma non permanente dell’etichetta – incidevano Sub Pop Rock City, un pezzo-parodia che demoliva tutti i punti fermi del rock e del suo carrozzone.
Non solo: demoliva anche quell’aura di “coolness” che già serpeggiava in città. Soprattutto, il pezzo rivelava un lato ben conosciuto solamente da amici e conoscenti locali dei Sound Garden (staccato): quello dei cazzari.
Memorabile la chiusura del pezzo: il montaggio di una finta conversazione telefonica tra la band e Bruce Pavitt e Jonathan Poneman, in cui il chitarrista Kim Thayil chiede loro il permesso di tagliarsi le basette.
(Sub Pop Rock City comparirà anche nella ristampa di Screaming Life/Fopp del 2013)