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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Sebadoh: Rebound
photo by Charles Peterson

I Sebadoh sono senza timore di smentita uno dei migliori colpi messi a segno dalla Sub Pop nell’era post-grunge. Lo spartiacque tra la vecchia storia e quella nuova.

A fondare la band era stato Lou Barlow, “un ipersensibile fan di Joni Mitchell intrippato con l’hardcore degli anni ‘80”.

Il fardello che portava sulle spalle era enorme: essere stato il bassista dei Dinosaur Jr. per quattro anni. I Sebadoh li aveva fondati dopo esser stato cacciato da J Mascis, insieme a Jason Löwenstein e il capriccioso batterista Eric Gaffney.

Bakesale, che succede al bellissimo esordio su Sub Pop Bubble and Scrape, viene inciso a Chicago negli studi di Steve Albini – ma senza Albini – ed esce nell’agosto del 1994. È considerato l’album più “abbordabile” del gruppo, ma ha cambiato la vita di molti.

A dirla tutta, ha cambiato anche la vita di Barlow, per sua stessa ammissione. Si era trasferito a Boston da un paio d’anni, e, al momento di cominciare le registrazioni, nonostante la dipartita di Gaffney, tutto nella sua nuova esistenza cominciava girare.

La Sub Pop ha ripubblicato Bakesale nel 2011, in versione deluxe.

Sebadoh 

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