Come fa uno che si chiama Chance the Rapper ad entrare nella Top 10 di Billboard solo grazie allo streaming? Qualche ipotesi: 1) Chancelor (questo è il suo vero nome) fa un brano con quel tamarro di Lil Wayne uscendone fuori come l’angelo del gospel rap, e Dio solo sa come; 2) lo dice chiaro in No Problem che non vuole problemi, quindi scappino i parassiti del music business perché lui a soli ventitré anni è frutto della metamorfosi di quel mondo e si autogestisce; 3) il padre, di Chicago come Chance, lavorò per lo staff di Barack Obama prima della sua presidenza; 4) il figlio addirittura ha incontrato Obama alla Casa Bianca per discutere del progetto My Brother’s Keeper Challenge, un’iniziativa del governo federale che ha coinvolto altri artisti per la promozione della giustizia razziale e dell’inserimento sociale dei giovani afroamericani; 5) è diventato un influencer della scena hip-hop senza avere i soldi di P. Diddy, la moglie bbbona di Jay-Z e gli scleri farneticanti di Kanye West. «Tu non vuoi casini con me», canta. Come dargli torto?