«Play it loud, play it fast / Play me something that will always last / Play it soft, play it quiet / Play me something that might save my life…». A un gruppo punk che attacca un disco con queste parole, daresti le chiavi della tua vita di sedicenne. Noi in realtà siamo piuttosto cresciutelli - e gli stessi Beach Slang non sono mica dei ragazzini, eh. Eppure una canzone così trascina loro e noi in un mondo di eterna adolescenza, sospeso fra speranze, paure e un futuro ancora tutto da scrivere. Poi magari l’ascolto di un loro intero disco ci porta ai confini vagamente lagnosi dell’emo moderno, o meglio dalle parti dei Gaslight Anthem più innocui. Tuttavia, per questi due minuti e mezzo di chitarre, melodia e testosterone siamo ancora disposti a fare di tutto. O quasi.