Il mio problema con gruppi come gli Amon Amarth consiste essenzialmente nella difficoltà di prenderli sul serio. La mitologia norrena, Odino, i vichinghi, il Valhalla… Sì, vabbè, poi però si diventa grandi e si cambia registro. No? No. Gli Amon Amarth (Monte Fato nella lingua elfica de Il Signore degli Anelli) rimangono fedeli al loro immaginario tutto pelle e borchie e corna e armi bianche e al loro death metal squadrato e debitore a tutta la NWOBHM (decodifico? Decodifico: new wave of british heavy metal, ovvero Saxon, Iron Maiden e parecchia altra gente). Certo, descritti così non sembrano un gruppo per cui andare in visibilio, eppure ogni tanto Johan Hegg e compagni fanno un acuto: un brano più bello, più efficace, più indovinato del solito. First Kill è così: meravigliosamente anthemica, ti immagini a scandirla pugno chiuso e braccio alzato con decisione sotto al palco. Ti fa venire voglia di invocare non solo Odino, ma anche Thor, le valchirie e tutti i nibelunghi in fila per due; o, per dirla con Woody Allen, di andare a conquistare la Polonia (che poi Allen si riferiva a Wagner, uno che con le valchirie ci andava giù pesante allo stesso modo).