Canadesi alienati nell’ascolto di Black Flag e Sonic Youth.
Non si può raccontare la scena di Montréal senza citare la label indipendente Alien8. Già implicata in produzioni come quelle del grande Tim Hecker (però di Vancouver) e delle Lesbians on Ecstasy, l’etichetta ha nel roster anche tutta l’interessante produzione dei Duchess Says, altra local band di culto.
Black Flag è la sintomatica riproposizione della medesima attitudine punk già sentita altrove all’interno della scena canadese, divenuta la seconda faccia della medaglia del mood musicofilo e bohémien dei territori che da Mile End si spingono più in là. Il sound moog-oriented non è certo violento o particolarmente veloce, ma tende a integrarsi in uno spirito electro-punk di sicura provenienza Sonic Youth, seppur interpretato con i cosiddetti cojones (si dice anche a Montréal, vero?).
Si ricordano soprattutto i loro live show, tra i più interessanti emersi nel circuito dei Duemila. Annie-Claude Deschênes è una bella matta ed è rinomata per i suoi comportamenti scatenati sul palco. Chissà da chi avrà preso.