Le storie rock più belle e avvincenti, a volte, sono quelle di chi non ce l’ha fatta a sfondare, a diventare ricco e famoso, a farsi ospitare in TV da Maria de Filippi. Questa è la stramba vicenda di un gruppo heavy metal italiano, nonché del loro frontman carismatico. Anche se non li avete mai ascoltati, bramerete di leggere la loro biografia ufficiale – Netflix ha già annunciato di non essere interessata a produrre un film.
I Malnàtt sono un caso più unico che raro, all’interno del panorama metal underground italiano. Troppo seri per scherzare, troppo sarcastici per essere sempre presi sul serio: nell’arco di una non-carriera ventennale, il gruppo bolognese ha rilasciato una manciata di chicche sonore, ha vissuto sul filo del rasoio l’omonimia con una band milanese di chiare simpatie di estrema destra, ma soprattutto ha permesso al loro cantante e leader dispotico – Porz/Helios: uno dei due è il suo vero nome di battesimo – di disseminare qua e là delle autentiche perle di saggezza sulla musica, sulla mitica “scena” e persino sulla vita. Con l’autorizzazione della casa editrice Maledizioni e del “nostro” Francesco Ceccamea, che poi ne sarebbe anche l’autore, pubblichiamo alcuni estratti della loro recente biografia Il Mondo Deve Sapere - Storia dei Malnàtt (Quelli Buoni, di Bologna), acquistabile a questo indirizzo. [NdR]
PORZ: Tutto ciò che succede o è successo in Malnàtt è solo una manifestazione di come sono io, nel bene e nel male. Ho passato l’infanzia a voler essere come gli altri, ma ogni volta i miei genitori mi dicevano che non dovevo essere come gli altri, che il conformismo era il Male e che avrei dovuto sempre pensare con la mia testa. Questo concetto è stato reiterato per talmente tanti anni che, quando sono arrivato all’età adulta, ero fissato con il dover essere diverso da tutti. Sempre e comunque. Avevano creato Mr. Bastian Contrario.
HELIOS: Parlai con il fisarmonicista Mirko (poi Thor, poi Bîstia) e con il chitarrista Angelo (poi Loki), a inizio 1999, e facemmo una prima prova semi-acustica durante l’estate nel garage della zia di Mirko. Improvvisammo una canzone metal di compleanno per un amico. Durante l’estate parlammo con il batterista Marco (poi Týr, poi Canâja), che una sera in una pizzeria di Bologna si disse interessato al progetto. Il giorno preciso di fondazione non c’è mai stato, ma decidemmo in seguito che il 31 ottobre 1999 avrebbe avuto il suo fascino.
CANÂJA: Non fui io ad entrare in Malnàtt, fu Malnàtt ad entrare in me… in pizzeria. Per puro caso ci trovammo io e Helios, con delle amiche, a parlare di musica in modo del tutto incompetente. Così nacquero i Kolon.
HELIOS: Tentammo di assemblare con chitarra, fisarmonica, voce e batteria Fade to Black ed Enter Sandman dei Metallica. Mi ricordo che studiammo per un po’ The Kids Aren’t Alright degli Offspring, con risultati ignobili. Mi sarebbe piaciuto fare cover dei Pantera, ma non eravamo capaci. O qualcuno non ne aveva voglia. Ricordo che a casa studiai per bene I Will Kill You dei Cannibal Corpse e Mother North dei Satyricon; poi arrivavo in sala prove e gli altri volevano fare le melodie, usare la cassa singola e altre cose da checche.
PORZ: “Malnàtt” è un aggettivo in dialetto bolognese che significa “sporco”. Come la nostra musica. «E se i nickname di tutti i membri fossero aggettivi da abbinare a Nostro Signore?», mi chiesi. E così scelsi il principe degli animali divini, il porco, Pôrz, e dissi agli altri membri di scegliersi un nome che li facesse diventare delle bestemmie viventi, e così nacquero Bîstia (bestia), Canâja (canaglia), Caråggna (carogna) … La “nascita” di Porz non va sottovalutata poiché al posto di Helios, singer degli ex Kolon, sarebbe diventato lui l’emblema assoluto della terza e definitiva (per ora) incarnazione dei Malnàtt. E non si tratta semplicemente di un nomignolo da inserire nel libretto del CD o con cui farsi chiamare amichevolmente dai compagni balordi dell’underground. Porz esiste e, quando c’è lui, il timido Helios, agente pubblicitario dimesso e frustrato di fica, con le camicie sempre stirate e i sorrisi fasulli da regalare a tutti quanti, svanisce e fa posto a un ceffo animalesco e posseduto da impulsi di dominazione e prevaricazione suina, ecumenismo baldracco e furente filatelia.
HELIOS: Il momento preciso è stato quando ho avuto la mia prima, vera relazione sentimentale stabile. Tutti noi suoniamo per diventare oggetti sessuali più appetibili, non per la musica. Nel momento in cui mi sono imborghesito in una coppia vera, la musica ha perso di senso. Ma ormai Porz era nato e non voleva andarsene dal mio corpo. Io e lui abbiamo così deciso di risolverla con una semplice DDI (chiamato clinicamente “disturbo dissociativo dell’identità”). Helios – un nome che mi ci vogliono dieci minuti per spiegare come è scritto, e quando ho finito la persona che ho di fronte di solito mi chiede qual è il mio vero nome, perché pensa che sia uno pseudonimo… Quando non ero Porz ero un nerd sfigato, poi sono passati gli anni e sono diventato un nerd sfigato, vecchio e pelato. La maggior parte dei musicisti della scena metal che ho conosciuto non hanno un lavoro, sono disoccupati e/o mantenuti; io invece sono il direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria. Non pensare a un mondo fatto di creatività, soldi e fotomodelle: di figa ce n’è poca, di soldi ancora meno e l’unica cosa che mi rimane, ovvero le idee, il cliente medio non ha gli strumenti cognitivi per capirle, ma ha abbastanza soldi per castrarle e deformarle fino al punto di farmi passare la voglia di lavorare. In questo senso sono molto frustrato.
HELIOS: Malnàtt ha generato Porz, non il contrario. E Malnàtt è un brand con la sua storia, i suoi connotati e i suoi valori più o meno condivisibili. Anche Porz è un brand ma, detto in termini pubblicitari, ha una “equity” e una “awareness” molto inferiori. Faccio un esempio a me molto caro: ci sono voluti circa dieci anni di Club Dogo perché il brand Gué Pequeno diventasse autonomo, e fa conto che si occupa di fare musica nazionàl-popolare prodotta da una major, non del metal-rumore orrendo come il nostro. Se io fossi un ingegnere, ovvero una ottusa vestale della Logica, ti risponderei che non è possibile perché Porz vive nella mente e nel corpo di Helios e, quando il corpo di Helios morirà, morirà per forza anche Porz. Però, da umanista-onanista, ti rispondo invece che Porz può essere qualcosa di più. Per ora è una sega mentale, ma potrebbe aspirare a diventare un simbolo, una maschera indossabile, una specie di costume da tramandare alle generazioni, tipo (link: https://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_mascherato text: Phantom o Guy Fawkes. Allorché perderemmo il corpo primigenio, ma rimarrebbe il Verbo – l’incarnazione del divino avatara in corpi sempre nuovi.
HELIOS: “Porz” è il nome che Helios dà ad alcune delle sue (presunte) emergenze artistiche e fa fatica a pensare di prenderne la responsabilità da solo. Anzi, Helios si vergogna di ciò che scrive e canta Porz, di come si spoglia sul palco, di quello che dice nelle interviste… non potrebbe mai dire che è lui a fare certe cose. Anche in caso di querele e denunce, si nasconderebbe dietro all’infermità mentale e a comportamenti schizofrenici, sperando di passarla liscia, e “Porz” è un ottimo nome per questa follia.
PORZ - Perdonami, ma quella di “esserci” o “farci” è una categoria che può valere solo per gli stupidi, ovvero per la maggior parte del pianeta Terra. Ti ho già detto che mi sembra di abitare in mezzo a delle scimmie ritardate, giusto? Io credo che il gatto di Schrödinger sia sia vivo che morto e in entrambi i casi non me ne frega nulla. Vale Tudo. Quando sei un nichilista (un nichilista vero, non un coglione in posa con una bottiglia di alcool in mano in una foto in bianco e nero), l’esistenza e la non esistenza sono assolutamente identiche. Neanche le puttane possono alleviarti il peso della vita.
PORZ - Come Porz, non so scrivere a comando. Helios lo fa già di lavoro e quindi, quando sono Porz, stacco la modalità “committenza”. Che metodo uso? Per i testi normalmente mi appunto delle frasi sullo smartphone (una volta usavo un quadernone), oppure mi vengono in mente delle strofe mentre sono in scooter e, allora, faccio delle piccole registrazioni vocali che poi trascrivo in un secondo momento. Comunque è tutto assolutamente casuale e non calcolato. Per quanto riguarda l’aspetto musicale, non è che sono poco preparato tecnicamente: non so proprio suonare nulla. Ho studiato teoria musicale, solfeggio, canto e ho preso lezioni di pianoforte e chitarra, ma non so assolutamente suonare alcuno strumento. Non serve nel metal, perché siamo tutte cover band di cover band e nessuno inventa mai nulla. L’unica cosa che faccio da sempre è ascoltare molta musica, salvarmi le canzoni che mi piacciono e che voglio plagiare; poi quando la cartella è piena di idee (altrui), contatto il chitarrista e gli dico «copia queste tracce e facci un album, ci vediamo in sala prove per arrangiare le idee con gli altri in modo che non si capisca da dove le ho rubate». Tutti gli album dei Malnàtt sono nati così. Se non si capisce da dove è stata rubata la musica è perché ho un grandissimo gusto musicale. Oppure perché il metal è tutto uguale. Vedi tu.
PORZ - I nerd a cui fai riferimento tu riguardano un modello televisivo/cinematografico inventato da un popolo che crede che il reddito sia la misura del valore di una persona e che permette l’esistenza delle chiese di Elvis Presley e di Scientology. Stiamo parlando proprio di niente. Di un niente molto pericoloso, tra l’altro. Io intendo NERD come acronimo di “Non Essere Rappresentato Demograficamente”. Possiamo chiamarli “disadattati”, ma in realtà entrano nelle schiere degli Apocalittici (in contrapposizione alla categoria degli Integrati, per citare il titolo di un saggio di Umberto Eco del 1964), ovvero di qualcuno che è, o crede di essere, al di fuori della cultura di massa. Essere NERD per me è sempre stato essere fuori luogo o fuori tempo, tendenzialmente percepito come “sfigato” dalla maggioranza conformista e modaiola e possibilmente un po’ eccentrico e poco incline all’igiene personale, poiché poco dedito all’interazione con gli altri. Quante persone o gruppi di persone possono riconoscersi in questa definizione? Non credo riguardi solo i nerd propriamente detti, ma anche i metallari, i giocatori di ruolo, i trekker e tutti gli ingegneri (tranne quelli gestionali).
PORZ - Quando nella vita hai perso, o la società di rende perdente tuo malgrado, non ti rimane che entrare nell’avatar e materializzarti agli altri umani come essenza divina. Lo schermo del computer scherma la tua identità e ne mostra solo una illuminata dai led della tua frustrazione. Con la tastiera puoi colpire gli altri con una gragnola di byte e poi ritrarre subito la mano dietro a un nuovo IP. Detto questo, credo che Internet abbia completato l’uroboro involutivo dell’uomo, che dopo milioni di anni a cercare la posizione eretta adesso può tornare a ingobbirsi davanti al monitor, fino a neanderthalizzarsi e ritornare allo stato di animale selvaggio con la clava e lo smartphone in mano.
PORZ - Riguardo al terrorista che si fa esplodere, in fondo è solo un partigiano: uno che è passato dallo status di integrato allo stato di integralista (a volte anche contro la sua volontà), a causa di una invasione militare o culturale. […] Osama bin Laden era metallaro nella stessa misura in cui Øystein Aarseth/Euronymous dei Mayhem era conscio di ciò che stava facendo negli anni ‘80.
PORZ - La musica si divide in due macroaree: l’area della musica colta e l’area della musica popolare. Al di fuori di queste due aree, il nulla. Questi due “generi” sono da sempre in antitesi, anche se ovviamente il loro divenire è in divenire. Malnàtt non fa musica colta (in nessuna delle accezioni di questo termine) e non fa musica popolare (in nessuna delle accezioni di questo termine), quindi posso affermare con una certa sicurezza che noi non esistiamo. Se qualcuno trovasse un riferimento a Carmelo Bene, voglio rassicurarlo che è puramente casuale perché noi siamo devoti al Male.
PORZ - In un giorno di grande frustrazione personale, cercavo morbosamente la mia presenza nel web e, a un certo punto, mi sono imbattuto nella frase «… i primi versi inquadrano l’autore del testo, Helios Pu, come un insider…». Scopro poi che la frase proviene da una tesi di dottorato di ricerca in qualità ambientale e sviluppo economico, nella quale il testo di Bulåggna viene riportato integralmente, tradotto e analizzato, in mezzo a testi di Andrea Mingardi, Francesco Guccini e Dino Sarti. Una bella sorpresa che quel giorno mi evitò di assumere i soliti quattro Tavor® (ne presi solo tre).
PORZ - Per riconoscermi come nichilista, dovrei perlomeno esistere.
PORZ - Io prendo le distanze dai nazi perché, purtroppo, condividiamo il nome con una band nazifascista e molte persone ci confondono. E la cosa bella è che il metallaro di solito pensa che siamo NSBM e dice: «che band di merda», mentre il nazi abituato al punk suonato col culo sente noi e dice «però, violenti questi camerati, mi piacciono!». Siamo nel girone infernale della merda e io non so come venirne fuori. Aggiungi il fatto che sono pelato e mi vesto di nero e il gioco è fatto. Per risponderti: no, non sono felice che qualcuno diverso da me ideologicamente si avvicini alla mia musica, perché la musica è sempre portatrice di politica e ideologia, e parlare a chi non ha le orecchie o gli strumenti per capire credo sia davvero una grande perdita di tempo per tutti.
PORZ - Non bisognerebbe mai incontrare i propri miti perché normalmente i “miti” sono tali solo perché qualcuno li ha fatti diventare tali (di solito un buon ufficio stampa). I miti dovrebbero essere obbligati a incontrare il proprio pubblico, soprattutto quelli che ci vivono con i soldi del proprio pubblico. Non mi sono mai sentito deluso da nessuno perché non mi aspetto nulla da nessuno. Al massimo alcune volte mi aspettavo di vendere più copie di CD o magliette e, invece, non le abbiamo vendute. Però non è che qualcuno mi ha deluso; semplicemente, forse, abbiamo fatto schifo a suonare.
PORZ - Sul palco mi pongo come anti-rockstar. Mi fanno cagare quelli che si atteggiano – ovvero tutti – e quindi io tendo a mettere una lente su quelle caratteristiche umane che gli altri non vogliono portare sul palco: i propri difetti fisici; la cadenza del proprio parlato; la stanchezza; la vecchiaia; il caldo insopportabile del locale che risparmia sul condizionamento dell’aria; il fatto che i metallari sono brutti; che anziché ascoltare noi sarebbe meglio andare a casa a scopare; che prima o poi moriremo tutti… Io non incito la folla a partecipare; io incito le persone ad andarsene e a smettere di ascoltare sia Malnàtt che l’heavy metal in generale.