Armato di stivali gialli e videocamera, Krist Novoselic aveva girato Downtown, l’area dove manifestanti d’ogni tipo e provenienza erano riusciti a fermare i lavori del WTO, confrontandosi con la polizia. Aveva trovato parti eguali di anarchia, guerra civile e carnevale, provando disgusto per gli atti distruttivi dei manifestanti più violenti. Finì per litigare con alcuni di loro: ecco il bassista di uno dei gruppi simbolo del rock anarchico inveire contro i ragazzi che imbrattano i muri della sua città. […] Dall’altra parte della barricata, le forze dell’ordine attrezzate come Robocop agivano in modo violento, uno shock per cittadini abituati a una vita urbana moderata e pacifica. La città che «si preparava a possibili attacchi con armi biologiche e chimiche da parte degli oppositori del WTO fu testimone della propria polizia che gasava strade e quartieri. Alla fine della settimana gran parte della maschera scintillante di Seattle era stata strappata». […] Quel 30 novembre, nell’appartamento di Novoselic, Biafra guardava i servizi giornalistici scoprendo che il lato colorito e pacifico della protesta era pressoché ignorato, sostituito dalla ripetizione ossessiva delle immagini di distruzione da parte dei violenti delle vetrine di Nordstrom (lo storico grande magazzino locale), Starbucks, Adidas, Gap, Nike, Old Navy, Banana Republic, Bank of America. […] La sera, 400 persone sfidarono il coprifuoco per ascoltare il No WTO Combo cantare di «nuovo feudalesimo» e «piantagioni elettroniche». Il bassista suonò indossando una maschera antigas. Il 4 dicembre il Seattle Times annunciava che «i negoziati sono collassati, il WTO è finito». I manifestanti avevano vinto. E la città?