L’epic metal di Gran Burrone.
Bisogna ammetterlo. Parlare di musica rock da nerd senza tirare in mezzo Il Signore degli Anelli sarebbe un passo falso. O comunque un tentativo di essere originali ma in maniera scorretta. Nel senso, qualcuno si offenderebbe di certo.
E chi meglio dei Blind Guardian si è occupato dei territori tolkieniani con così tanta verve e altrettanta capacità? Ben pochi, diciamocelo. Il power metal dei teutonici è riuscito in un’impresa non da poco: arrivare a essere considerato un prodotto musicale capace di dire la sua senza mai snaturarsi del tutto, non solamente appannaggio di geek metallari borchiati. Anzi, sotto certi aspetti hanno anticipato certe mode. Lo sapevate che A Song of Fire and Ice (già, il vosto amato Trono di Spade) era già passato nelle mire dei Bardi molto prima dell’HBO?
Poi va che tutte le musiche diventano vecchie e i trend passano in fretta. Così è stato per il gruppo di Hansi Kürsch, che è restistito sulla cresta dell’onda almeno fino al meraviglioso – e barocchissimo – A Night at the Opera (ultimo album con il cardine Thomen Stauch alla batteria, 2004), per poi appassire lentamente. Ma si sa: come diceva Johann Gottfried Herder, i due maggiori tiranni del mondo sono il caso e il tempo.
Proprio uno dei capolavori della band – Nightfall in Middle Earth (1998) – contiene questo pezzo, dove si cita la grande stirpe elfica dei Noldor, così come è stata elaborata dal maestro Tolkien nel suo Silmarillion. Alcuni ricorderanno la bellissima Liv Tyler nel ruolo di Arwen, una Noldor di Gran Burrone, nell’adattamento cinematografico di Peter Jackson. Ma anche qui vogliamo ribadire l’ovvio: il libro era un’altra cosa. E la canzone pure.