Attivismo post-hardcore.
A quanto pare se eri una band della scuderia Dischord non è che potessi aspirare ad avere lunga vita. Così, effettivamente, è stato per molte formazioni di culto del cosiddetto East Coast hardcore. Forse era una piccola condanna dell’etichetta, o forse era solo così che le cose potevano funzionare per davvero. Per noi fruitori, in realtà, è comunque stato più che sufficiente.
Formati – seppur con nome diverso (Lünch Meat) – nel 1985 e sciolti nell’estate del 1989, con quella perla che è Hot Bodi-Gram, i Soulside (o Soul Side) sono state una di quelle meteore post-hardcore della Grande Area di Washington che con il loro passaggio hanno contribuito a formare parte della scena musicale dei late Eighties.
God City, brano introduttivo del lotto, faceva già capire che i Fugazi non erano gli unici a essersi fatti portavoce di un nuovo modo di intendere il punk. Qui lo schieramento politico non è certo indifferente e lo spirito ribelle non può nemmeno definirsi standardizzato, così come le prime avvisaglie di quella che diventerà l’alternative music dei Nineties.
I Soulside sono stati l’unica band americana a suonare in uno dei concerti punk illegali tenuti a Berlino Est negli anni ‘80: quegli spettacoli organizzati nelle particolarmente tolleranti chiese luterane, contro i desideri della dittatura e dei suoi organi di sicurezza come la Stasi. Gli spettacoli normalmente presentavano gruppi della Germania dell’Est altrove vietati e solo raramente consentivano l’apparizione di band internazionali, che viaggiavano con visti turistici e suonavano con attrezzatura presa in prestito.
Avventurosa come la loro stessa musica, la formazione però non può certo dirsi fortunata, per critica e contingenze, anche se la visione artistica dei componenti continuerà nonostante il breakup prematuro. Scott McCloud, Johnny Temple e Alexis Fleisig proseguiranno nei Girls Against Boys (tutt’ora in attività), mentre il frontman Bobby Sullivan – pur non abbandonando la carriera cantautorale – si orienterà sempre più verso l’attivismo, collaborando con diverse associazioni per aiutare carcerati e rifugiati.