Comfort punk.
Il termine “comfort food” indica quella pietanza che infonde calore, emozione, sentimenti – spesso legati a ricordi personali – in chi lo mangia. Un po’ come la famosa madelaine di Proust nel tè, che diventa non più cibo a sé stante ma vero e proprio contatto con alcune parti dimenticate di noi in cui ci si sente coccolati e malinconicamente al sicuro. Si accendono i ricordi e poco conta fare le pulci allo chef: non si parla più di qualità del cucinato, quanto della capacità di farci sentire a casa. Ricordate Ratatouille? Ecco.
La stessa cosa vale per la musica. Gli AC/DC sono maestri in questo, ma anche Motorhead, Slayer e mille altri hanno costruito la loro carriera attorno a parametri che, seppur con qualche variazione minima qua e là, sono rimasti pressoché identici album dopo album.
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È per questo che il singolo più recente dei Damned piace: perché suona Damned al 100% senza scossoni o cambi drastici di genere. Intro adrenalinica in crescendo, energia sparata a mille, cori che già da soli sono anthems, ritornello che si stampa in testa al primo ascolto e non vuole altro che essere cantato a squarciagola, finale d’atmosfera e liriche semplici ma dirette.
Dave Vanian rimane il gentlemen vampiresco della porta accanto con una voce inconfondibile, mentre Captain Sensible e soci macinano a tutto gas quello che hanno sempre fatto e sanno far meglio, quel punk 77 che hanno di fatto contribuito a plasmare in maniera indelebile.
A volte son queste le uniche cose che ci fanno davvero stare bene. Tipo sentirsi a casa ascoltando il nuovo singolo dei Damned e goderselo per quello che è senza troppe pretese cervellotiche. I piccoli piaceri della vita spesso hanno proprio la forma che ti aspetti.