La spogliarellista nella prateria, quasi alla fine del mondo.
Nel cuore meridionale degli Stati Uniti abita un poeta del quale si parla di rado. Un peccato, perché Terry Allen è un artista maiuscolo, un moderno uomo rinascimentale che si dedica a musica, pittura e scultura, per ognuna svecchiando le certezze della tradizione con la disinvoltura dei grandi. Songwriter atipico e raffinatissimo, mette insieme, con gusto impareggiabile, surrealismo e spiritualità, romanticismo e ironia su un telaio fatto di country e folk. Usa da sempre una mano leggera, oggi – alla bella età di anni settantasette – ancora ferma e solida da permettergli un secondo capolavoro.
Just Like Moby Dick è un album che – tanto per non smentirsi – prende le mosse dai capisaldi della cultura americana, chiamando in causa Herman Melville a mo’ di pretesto per “recitare cantando” una serie di racconti lungo i quali il reale diventa allegoria e viceversa.
Estratta da tanta sublime bellezza questa è la vicenda dell’ultima spogliarellista che saluta il mondo in un’Arcadia onirica, da praterie della mente che fanno comparire all’angolo dell’occhio una lacrima. Un po’ perché chi lo sa quante altre meraviglie Terry potrà ancora regalarci, un po’ perché le nuove generazioni sono faccenda diversa.
Del domani, intanto, non c’è certezza. Cala il sipario, scrosciano gli applausi.