Menzogne sognanti in giornate ideali impossibili.
Dall’Australia sono spesso arrivate delle formazioni più che interessanti. Alcuni nomi? AC/DC e Rose Tattoo per la parte più rock, Dead Can Dance e Ostia per quella eterea, Boys Next Door e Laughing Clowns per il post-punk più originale. Ma la lista sarebbe lunghissima.
A questo elenco vanno ad aggiungersi gli RVG, che con Perfect Day ci regalano uno splendido esempio di post-wave guitar oriented in odore di shoegaze intelligente, tra stratificazioni e intrecci di chitarre, arrangiamenti sublimi, ritmica diretta e schietta, melodia malinconica a fiumi e la splendida voce transessuale di Romy Vager a raccontare storie attorno ai piccoli dolori esistenziali del nostro quotidiano.
La confezione elegantemente pop del brano è ciò che gli dona quell’aura sempreverde, e nasconde il lato tragico e grigio celato tra il testo e l’interpretazione vocale. Proprio qui sta il gioco dei contrasti: il “giorno perfetto” qui descritto è tutt’altro che idilliaco e sincero e dietro alle effimere parole rassicuranti si nascondono amare verità in cui le menzogne bianche pesano come macigni sulle coscienze di chi le racconta.
Il biglietto da visita perfetto per una band che potrebbe rendere felici molti fan dei Church, tanto per rimanere nella terra dei canguri. Da (ri)scoprire.