Canzonacce per bella gente. O forse il contrario.
«Does this sound familiar? / There was a troubled little girl / From a small troubled town / With nowhere to go / And always a frown» – che si stia forse parlando di Asia/Islamiq Grrrls, berlinese di origini musulmane: capelli rosa, fare da hipster menefreghista nordeuropeo, nuova regina del trip hop sbarazzino e artistoide? Probabile. D’altra parte Troubled Girl è in assoluto uno dei manifesti del discone di debutto dei suoi Drab City, Good Songs for Bad People, uno degli album più interessanti della scena dream pop del 2020.
Insieme al produttore Chris Dexter Greenspan (in arte oOoOO) i due riescono a riesumare e riportare in vita un genere oggi spesso fin troppo scontato, integrandolo con le tonalità sepolcrali del trip hop, quelle più surreali di un David Lynch da dopo cena e una tinta di snobismo dark jazz à la Bohren und der Club of Gore.
Molta notte, molto disagio, qualche birra di troppo, un acido finito male in qualche nottataccia da club clandestino, ricordi di soul e svariate tessiture vintage portano finalmente una ventata di aria fresca al genere e sul mercato nuova merce raffinata da scoprire in tutte le sue sfaccettature contemporanee.