«SI-PUÒ-FARE!» urlava il dott. Frankenstein di Mel Brooks. Da questi parti lo si è gridato e forte dopo aver ascoltato il disco delle Staves con yMusic. Le ragazze sono tre sorelle inglesi che fanno folk, con un debito grosso così nei confronti della tradizione. Gli altri sono musicisti contemporanei americani, un ensemble di sei elementi che trovate tra l’altro nei dischi di Sufjan Stevens, Dirty Projectors, Ben Folds. Bravissime (e intonatissime) le ragazze, pazzeschi gli strumentisti.
Succede che Justin Vernon (presente Bon Iver?) chiama i due gruppi a collaborare al festival Eaux Claires. La cosa poteva finire lì e invece Staves e yMusic si sono nuovamente incontrati in sala di registrazione. Le Staves hanno preso frammenti di musica nel repertorio del gruppo e li hanno trasformati in canzoni dove il folk incontra la musica contemporanea.
Accade in Trouble On My Mind, che non è certo la canzone più avventurosa dell’album The Way Is Read, ma è la più aggraziata e forse anche la più seducente. È candida e assieme disperata. Quasi non ci si accorge che si canta di depressione. Ha i luccichii degli archi, modulazioni da trattenere il fiato, un testo cupo interpretato con formidabile delicatezza. È folk da camera profondo e al tempo stesso impalpabile. È folk astratto.