Un French touch che non t’aspetti.
Axel Monneau fa un lavoro che è probabilmente destinato a estinguersi (il proiezionista in un cinema), e si esprime con una musica che non vuole, non sa, non può adeguarsi al fatto che “Le monde a bien changé”.
Un dream-pop indie, un prog ruvido e a suo modo “da strada” che lo rende una specie di pacato legionario di una musica trapassata. Da questo punto di vista il suo video low-cost – sullo sfondo, una Parigi tipicamente rannuvolata – è perfettamente in linea con quello che chiameremo il suo singolo per mancanza di migliori definizioni: stiamo parlando di una produzione che probabilmente viene bypassata anche in una Francia sempre più disciplinatamente hip-hop.
Ma d’altra parte, la consapevolezza di essere nel posto sbagliato, se non in un’epoca sbagliata, è una sensazione che affligge un po’ tutti noi, e forse ci toccherà imparare a conviverci serenamente come il legionario della canzone, perché è una sensazione che non è destinata ad andarsene.