Rap against the machine.
L’impressione che Pharrell Williams abbia deciso di usare i vecchi N.E.R.D. come rifugio per la sua personalità meno piaciona è forte, ma questo pezzo ha la capacità di conciliare il testo più politico dell’ultimo album No One Ever Really Dies con una costruzione musicale ai limiti del soave.
Introduzione (regalo di Frank Ocean), ritmo e arrangiamento sembrano pescati tra i momenti più carezzevoli degli Earth, Wind & Fire, se non dei Commodores, e tuttavia le parole, grazie anche al rap di Kendrick Lamar, sono affilatissime.
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Il brano, ha spiegato Williams, è ispirato dall’assassinio del quarantatreenne Keith Lamont Scott in North Carolina, completamente estraneo a qualsiasi crimine (se non quello di essere afroamericano, naturalmente), abbattuto da agenti di polizia isterici mentre obbediva ai loro ordini – davanti alla moglie che riprendeva la scena col telefonino: «È tutto inutile, ti spareranno comunque».
Secondo Williams «La scena era un video cui mancava solo la musica, il titolo Don’t Don’t Do It c’era già, erano le parole della moglie mentre le ammazzavano il marito». E che per commentare quelle immagini il gruppo abbia scelto una musica così soft, è forse un rabbioso tocco di genio.