His Electro Blue Voice: l’HC comasco che piace all’America.
Quando per la prima volta ho sentito parlare degli His Electro Blue Voice, mi trovavo negli uffici della Sub Pop a Seattle.
In quell’occasione, qualcuno mi fece ascoltare Kidult, un pezzo incluso nella compilation Sub Pop 1000, appunto pubblicato con la gloriosa etichetta capellona.
Ero incredula. Una formidabile, potentissima band hard core/noise di Como sotto contratto con la Sub Pop. E io non ne sapevo nulla.
Non è certo una novità, che una band sia praticamente sconosciuta all’interno dei propri confini nazionali, e che goda di grande attenzione all’estero.
Il caso degli His Electro Blue Voice, però, è quantomeno unico. Innanzitutto, il termine “band” è generoso, visto che, nei primi anni di attività, non si avevano notizie certe sulla loro line-up. Niente concerti, niente promozione, niente di niente. Solo Ep fatti di cemento armato chitarroso.
Nel 2013 succede che la Sub Pop li mette sotto contratto. Da quel momento, la band comincia a materializzarsi, con a capo Francesco Mariani, e parte il primo tour europeo. Quando il sodalizio con Sub Pop finisce, la band passa su un’altra label di Seattle, la Iron Lung, con cui, lo scorso novembre, ha pubblicato il nuovo album, Mental Hoop. Che ci sta tutto, nella foto ricordo di fine anno; innanzitutto perché è il giusto tributo a una band spiazzante di cui l’Italia dovrebbe essere finalmente consapevole; secondo, perché è un sano scrub noise post-natalizio.
Cominciate da Crystal Mind, che è quanto di più abbordabile potete affrontare. Vedrete: troverete la quiete anche nel loro debordante caos.
Ah, e quando il marzo prossimo saranno in tour con Havah, non perdeteveli.