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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Fireburn: Break It Down
Live at the negozietto di dischi all'angolo

Cervelli cattivi, cervelli brillanti.

I Fireburn sono la cover band semi-ufficiale dei Bad Brains. Se accettate questo assunto senza recriminazioni, vi ritroverete fra le mani alcune delle migliori canzoni hardcore del 2017 (quelle dell’EP Don’t Stop The Youth).

Questi quattro veterani della scena – tra cui il chitarrista Todd Youth: già con Warzone, Murphy’s Law, D Generation e Danzig, fra i tanti – hanno confezionato il tributo definitivo agli storici giganti neri di Washington, D.C: suono (digressioni reggae comprese), titoli dei brani, estetica… c’è tutto, ma proprio tutto.

Aiuta molto anche il fatto che il cantante sia Israel Joseph I, già con gli stessi Bad Brains per due brevi periodi.

Fra le “pagine” di HvsR abbiamo più volte stigmatizzato il passatismo che caratterizza un po’ tutto il rock contemporaneo; i Fireburn ne sono un esempio fin troppo lampante.

Eppure, perdonate l’incoerenza, di fronte a un pezzo così energico e travolgente non possiamo che sbavare come cani randagi affamati: daccene ancora, o grande Jah!

Fireburn 

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