Il Re Mida della dance?
I moderni telecronisti calcistici, narcisetti che meriterebbero di vivere in una dittatura nella quale Bruno Pizzul ha i pieni poteri – … regime che potrebbe in effetti rivelarsi meglio di diversi governi conosciuti da questo Paese – hanno da tempo adottato per colorire il loro STORYTELLING espressioni spesso implausibili anche dal punto di vista semantico, ma evidentemente contagiose. Una di queste è “essere in fiducia”.
Ebbene, Cosmo è uno di quei giocatori della musica italiana che si trovano chiaramente in questo stato. Attaccano, corrono, provano giocate e confidano che gli riusciranno, perché in certi momenti della propria carriera – accade anche a noi bestie da calcetto – succede: magari prima inciampavi da qualche parte, ma ora, per qualche motivo, hai trovato la combinazione. Di te stesso, eventualmente.
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Così, dopo l’accoglienza positiva dei suoi ultimi brani, eccolo rilanciare con un doppio video, medley (vi ricordate questa parola?) tra due pezzi che faranno parte dell’imminente, nuovo album programmaticamente intitolato Cosmotronic. E ci va giù durissimo di techno, con otto minuti aperti da una sapiente metafora visiva oltre che musicale e forse (oddio) sociologica: le rovine della iperdiscoteca Ultimo Impero presso Pinerolo (7 piste, 9 bar, 7 fontane, 2 cascate), cattedrale della dance anni ‘90, chiusa nel 1996 da un fatidico blitz della Finanza.
I due brani sembrano essere giustapposti anche per rappresentare due approcci alla club culture: il disincanto del primo («Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu – è divertente, non pensi a niente, no, non pagare, tanto già qualcuno lo fa per te, ah ah ah, continua a ridere») e l’eccitazione del secondo: «Ho trovato qualcosa, ho trovato un passaggio attraverso lo specchio – chi viene con me?».
E non c’è dubbio che Cosmo, malgrado il dubbio su cosa fare quando «la realtà bussa alla porta», sembri più che disposto ad aumentare il tasso di “unz” della sua musica. D’altra parte, è in fiducia.