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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Bauhaus: Exquisite Corpse
In ghingheri per la serata buona

La vita come un sogno che si ripete.

Il gioco più noto legato alla cultura surrealista francese era Cadavre Exquis (“Cadavere Squisito” o “Cadavere Eccellente”). Originariamente prevedeva che un gruppo di scrittori componesse un racconto alternandosi alla scrittura, con il vincolo che ognuno di loro potesse vedere solo l’ultima parola del contributo precedente. Una variante consisteva nel creare un’immagine con un lavoro di gruppo, dove però ogni partecipante ignorava ciò che avevano disegnato gli altri.


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I Bauhaus si sono fatti un nome. Mentre Nico sale sul loro palco per una jam passata alla storia, David Bowie li vede dal vivo all’Old Vic di Londra e se ne innamora al punto tale da scritturarli per le scene di apertura di Miriam si sveglia a mezzanotte. I nostri ricambiano il favore coverizzando paro paro Ziggy Stardust (di fatto il loro brano di maggior successo in classifica) e diventando loro malgrado idoli per teenager sfiduciati che poco avevano da condividere con lo zoccolo duro dei loro fan. Con quella cover si spalancano definitivamente le porte del mainstream, la BBC li ospita in svariati programmi musicali e le riviste fanno a gara per metterli in copertina.

Eppure è qui che le prime fratture interne cominciano a farsi sentire. Ennesimo album frutto della frustrazione, The Sky’s Gone Out (con una splendida copertina di Ash) è un lavoro magnifico, che si muove tra scosse elettriche memori del passato recente (la filastrocca lisergica Swing the Heartache e In the Night, di fatto un vecchio scarto del 1979), ballate crepuscolari (la splendida All We Ever Wanted Was Everything, con testo autobiograficamente profetico, coverizzata tra gli altri da John Frusciante, Xiu Xiu e MGMT) o rabbiose (Silent Hedges), suite evocativamente melodrammatiche (le tre parti di The Three Shadows), cover memorabili (Third Uncle di Brian Eno) e brani ritoccati più volte (Spirit, di cui odiavano la versione del singolo prodotta da Hugh Jones e che sull’album cercarono di rendere più simile alla versione originale).

In mezzo a tutto questo, spicca il collage di Exquisite Corpse, vero e proprio esperimento che segue quanto già fatto sul lato B del singolo di The Passion of Lovers l’anno prima e che per esteso va a ricalcare in piccolo le gesta dei Pink Floyd per il disco in studio di Ummagumma. Il “Cadavere Eccellente” è una collaborazione a pezzi dove ogni membro della band, libero da influenze altrui, compone e registra in proprio una sezione della pièce finale.

Tra rimandi alla guerra nelle Falkland e a William Burroughs nel testo (tutta la sezione n. 3 è ispirata a Strade Morte ma parla in realtà di un soldato prima di morire), colpi di tosse (in questo periodo Murphy comincia ad ammalarsi ai polmoni, problema che lo perseguiterà fino all’anno successivo), cambi d’atmosfera (il passaggio del testimone tra pianoforte-maggiore e chitarra-minore nella sezione centrale fa accapponare la pelle), sferzate reggae (non nuove per i nostri, basti pensare a Harry, tributo a Blondie pubblicato come B-side del 12” Searching for Satori) e produttori che russano, questo collage è quanto di più poeticamente efficace sia mai stato pubblicato dai quattro nerovestiti inglesi.

Dopo alcuni secondi di silenzio, nella versione originale in vinile il brano si chiude emblematicamente con un monologo dell’ingegnere del suono Derek Tompkins, che sigilla il tutto con un “chissà cosa ci riserverà il domani”. Appunto.

Bauhaus 

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