Perdonami per averti ferito così. Se puoi, non andartene con il cuore spezzato.
Marlene Dietrich è stata una cantante e attrice tedesca naturalizzata americana. Fu la prima a impersonare il ruolo di Diva, immagine che intimanente detestava ma che le permise di farsi notare nello show biz mascherando con una facciata forte e sicura di sé molte fragilità emotive che la condussero in privato a una vita di eccessi tra alcool, promiscuità bisessuale, sofferenza per l’amore non ricambiato nei confronti di Edith Piaf e lunghi periodi di profonda depressione.
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Tra le varie dichiarazioni di intenti dei vari membri della band in seguito allo scioglimento dei Bauhaus, quelle di Peter Murphy erano le più ridondanti e tronfie. Oltre a nuovi album, si parlava di una carriera cinematografica (forse basandosi sull’ottimo responso avuto per la pubblicità della Maxwell e per la comparsata di The Hunger) e di una carriera nella danza. Se per la prima cosa si dovettero attendere 30 anni (Pietro fa il vampiro anziano in The Twilight Saga: Eclipse), la seconda non tardò ad arrivare. Per fortuna la cosa si risolse con un paio di comparsate televisive in Inghilterra e Spagna a fine 1983 assieme ad Annie Cox per una pièce basata su Hollow Hills dei Bauhaus coreografata dalla sua futura moglie, Beyhan, ballerina di professione che aveva danzato anche con Yul Brynner. Purtroppo in queste performance Mister zigomo scolpito sfigurava enormemente, a dimostrazione del fatto che essere un performer eccezionale non sempre equivale a essere un danzatore provetto.
Nonostante il suo atteggiamento da primadonna sia stato la causa principale degli svariati scioglimenti nel corso degli anni, Peter il magnetico è stato colui che più di tutti non è riuscito a staccarsi mai definitivamente dall’immagine di frontman dei Bauhaus, arrivando anche a fare dei tour mondiali (il Mr. Moonlight Tour del 2013 e il Ruby Tour 2018/2019) dove suonava esclusivamente pezzi della sua vecchia e bistrattata band. D’altra parte il comportamento è comprensibile: la sua era una splendida voce a cui però spesse volte è mancato un songwriting all’altezza, regalandoci una serie di brani splendidi affogati in mezzo a un mare di canzoni trasparenti e senza peso.
Oltre alle hit Cuts You Up e Strange Kind of Love (il cui videoclip fu diretto sempre dalla moglie con un cameo della figlia Hurihan che all’epoca aveva due anni), i momenti migliori della sua carriera si ritrovano nascosti tra le pieghe di pezzi come Marlene Dietrich’s Favourite Poem, vero e proprio grido d’amore prima del soffio della morte, dove i rimpianti di una vita quasi gettata al vento prendono il sopravvento, spingendo a un’autoanalisi spietata che è in realtà solo un modo sofferto per chiedere perdono prima che sia troppo tardi.
A causa di uno stile di vita quantomeno discutibile che sta presentando il conto e un carattere tutt’altro che facile, nonostante una voce che ha fatto scuola e una presenza scenica ineccepibile, Peter Murphy si è bruciato buona parte della carriera rincorrendo un avatar che non è mai riuscito davvero ad afferrare, rimanendo prigioniero di sé stesso e passando alla storia solo come la creatura della notte che cantava – divinamente – Bela Lugosi’s Dead.
O forse semplicemente l’ego (grande quanto il suo talento) lo ha inghiottito privandolo di fatto di collaborazioni all’altezza del suo innato carisma.