Perché potrei non essere niente, perché dovrei non essere niente. Vorrei poter essere niente.
“Love and Rockets” è il nome di una serie a fumetti realizzata dai fratelli Gilbert “Beto”, Jaime e Mario Hernandez. Una delle prime (e delle più premiate) della nascente scena indipendente americana, oltre che una pietra miliare del fumetto alternativo degli anni ‘80 e ‘90.
I membri dei Bauhaus tentano una prima reunion già nel 1985. Prenotano una sala per le prove e si danno appuntamento. Peter Murphy ovviamente tira un pacco colossale (come al solito), ma gli altri tre decidono comunque di proseguire insieme.
Mantenendo l’approccio minimalista ai brani debuttano con il singolo Ball of Confusion, cover dei Temptations, facendosi un nome nelle radio dei college americani. Nonostante ci mettano un poco a togliersi di dosso la nomea di ex (memorabile una tour-shirt con scritto ironicamente “Ex-Bauhaus in Tour”), la loro formula – inedita pur mantenendo l’approccio arty – è senz’altro valida. Usano i Sixties come punto di riferimento da rileggere, tra ballate acustiche (All in My Mind), garage rock cafone (No Big Deal) e hit single impeccabili (So Alive). Arrivati all’apice del successo in America (fino a supportare i Cure negli stadi americani durante il Prayer Tour – mentre in Europa non se li fila quasi nessuno) a fine anni ‘80, entrano in pausa per un lustro, sciogliendosi definitivamente nel 1999 per poi riformarsi brevemente tra il 2007 ed il 2009 solo per una manciata di concerti.
Mirror People condensa parte dell’appeal irresistibile dei Love and Rockets, con un riff semplice quanto efficace, testo tremendamente spleen cantato con piglio scanzonato, le chitarre di Ash ancora grondanti Burning from the Inside, ritmica assassina, refrain irresistibile. Memorabile.