Lo sciocco che hai dentro finirà per accecarti.
Nel 1969 Captain Beefheart & His Magic Band pubblicano il terzo album, il doppio LP “Trout Mask Replica”. “Dali’s Car” è la folle traccia di improvvisazione chitarristica d’avant-garde che chiude il lato B.
A metà del 1984 Peter Murphy e Mick Karn (bassista dei Japan) si ritrovano orfani dei loro gruppi madre: due enormi talenti che sulla carta avrebbero potuto fare faville insieme. Purtroppo il progetto avrà vita breve e darà alle stampe un 12” e un album (The Waking Hour), magnifico esercizio di stile in bilico tra la new-wave e la word music.
Il disco si presenta avvolto da una splendida copertina (il quadro Daybreak dell’artista Maxfield Parrish, curiosamente utilizzato anche dai Moody Blues per l’album The Present uscito l’anno precedente – forse il loro ultimo lavoro degno di nota) ed è registrato in maniera magistrale, probabilmente grazie alla meticolosità in sala di incisione dell’ex-Japan.
Curiosamente i nostri non si incrociarono mai in studio preferendo registrare le proprie parti singolarmente, dunque di fatto ci troviamo di fronte a un disco solista di Karn con un ospite d’eccezione alla voce. Eppure il tutto funziona egregiamente. Anticipato dal singolo The Judgement Is the Mirror l’album contiene delle vere e proprie perle come His Box, brano con cui nostri si presentarono anche in televisione per un’intervista e un mezzo playback.
Ma qualcosa non funziona: evidentemente in quegli anni il carattere di Peter doveva essere particolarmente spigoloso, dato che – nonostante la gavetta con un leader/padrone nonché primadonna come David Sylvian – anche Mick dovrà cedere di fronte all’ego spropositato di Mr. occhi di ghiaccio. I Dali’s Car dunque non porteranno il progetto in tour, venderanno una manciata di copie e si scioglieranno nel giro di pochi mesi senza clamori. Il tentativo postumo di reunion nella prima decade del nuovo secolo verrà purtroppo prima frenato e reso poi vano dalla malattia e dalla morte di Karn stesso, lasciando ai posteri solo un EP (InGladAloneness) destinato per lo più agli estimatori incalliti del duo. Peccato.