U-Men: la band infuocata che metteva d’accordo tutti.
A detta di molti testimoni del tempo, tra il 1983 e il 1987 a Seattle c’era solo una band a dominare le conversazioni e i locali underground: gli U-Men.
Ipnotici, frenetici, devastanti; era impossibile non essere risucchiati nel loro assurdo mondo dark.
“Punk che pisciavano nelle vasche da bagno ai party; vigilantes che importunavano i senzatetto brandendo armi finte; studenti del college, businessmen in cerca di aria nuova: tutti loro gravitavano intorno agli U-men. In tutto, forse, duecento persone”. Questo ricorda di loro Mark Arm dei Mudhoney, degno testimone dell’epoca.
Dopo aver affidato i loro esordi alla Homestead Records, che a quel tempo aveva anche Nick Cave, Sonic Youth e i Big Black, gli U-Men avevano tentato di andare in tour. Un tentativo che avrebbe, complice la fame e gli stenti, corroso i rapporti interni, portando al loro scioglimento.
Con i Malfunkshun di Andy Wood, gli U-Men avevano in comune un posto di riguardo in Deep Six, la compilation ritenuta a tutt’oggi un’incisione essenziale per della storia del grunge.
Si pensava che mai più nulla, del loro ristretto repertorio, sarebbe venuto alla luce. E invece, trent’anni dopo, la Sub Pop fa il miracolo: pubblica un’antologia (dal titolo U-Men) con doppio cd / triplo vinilem cinque inediti e un booklet con interviste e foto. Una perla imperdibile per quei pochi che hanno colto l’essenza degli U-Men.
Fatevi inglobare dal loro mondo assurdo. Non è mai troppo tardi.