Dai Mother Love Bone ai Pearl Jam, c’è lo spazio di una canzone.
Quando Andy Wood si inietta una dose letale di eroina dopo più di quattro mesi da “pulito”, il 16 marzo del 1990, i Mother Love Bone stanno per dare alla luce Apple, il loro primo e unico album.
Ma la morte di Wood scioglie di fatto la band, e mette un freno al lancio dell’album, che esce ugualmente, con un minimo sindacale di promozione.
Da lì a pochi mesi, Stone Gossard e Jeff Ament, i registi dei Mother Love Bone, avrebbero dato vita ai Pearl Jam.
Fino a quel momento, i MLB avevano pubblicato un solo Ep, Shine, passato quasi inosservato, ma contenente un pezzo singolare: una fusione tra due ballate, Chloe Dancer, che funge quasi da intro strumentale, e Crown Of Thorns.
Crown Of Thorns poteva entrare a far parte della grande costellazione delle rock ballad senza tempo, invece è rimasta per anni sospesa in una costellazione parallela. Finché , nel 1992, il regista Cameron Crowe la inserisce nella colonna sonora del film Singles - la vita è un gioco.
Il 22 ottobre del 2000, durante una data alla MGM Grand Arena di Las Vegas, i Pearl Jam decidono, nello stupore generale, di suonare per la prima volta Chloe Dancer/Crown Of Thorns; Eddie Vedder affronta per la prima volta quel pezzo che pareva irraggiungibile, quasi a voler omaggiare Andy.
Non è un periodo qualunque per i Pearl Jam: hanno appena ripreso il tour di Binaural dopo un mese di pausa forzata, dovuta ai tragici fatti di Roskilde.
In quella strana e magica serata, Chloe Dancer/Crown Of Thorns comincia la sua seconda vita.