Riletture che sono libri nuovi.
Come si fa a prendere un brano praticamente perfetto e riuscire a farne una cover, personalizzandola e rendendola propria, senza snaturare la bellezza del brano in sé e riuscendo comunque a trasformarla in qualcosa di nuovo e – che termine banale, vero? – bello? Chiedete ai Templezone.
Il gusto per il suono e la sua manipolazione di Giorgio Ricci dovrebbe ormai essere noto ai più avvezzi alla musica underground colta e oscura, eppure anche questa volta riesce a stupire piacevolmente.
Complice la partecipazione di Âme Maudite – che con la sua splendida voce è la vera mattatrice del pezzo – Giorgio (ai sintetizzatori, affiancato da Ulisse Tonon al pianoforte) riesce a trasformare la splendida ballata di Jean-Pierre Taïeb (originariamente facente parte della colonna sonora del film The Divide) in un avvolgente mantra elettronico, affascinante ed elegante, che tra le pieghe degli arrangiamenti discreti ma efficaci racchiude tutta la maestria dei Templezone nel riuscire a creare soundscapes orecchiabili (perlomeno per il genere) e mai privi di classe e raffinatezza.
Se Ricci oggi non è uno dei nomi sulla bocca di tutti quelli “che ne sanno” è solo a causa della sua scarsa paraculaggine e della poca attitudine a baciare le mani a quelli che contano: fosse anche solo per questo, massima, infinita stima.
Templezone Âme Maudite Giorgio Ricci Jean-Pierre Taieb
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