Un nuovo assaggio per ricordare i Mötley Crüe che nessuno ama ricordare.
Dopo le polemiche, le accuse, le denunce e i deliri tra Mick Mars e i suoi ex compagni nei Mötley Crüe, lasciamo che sia la musica a parlare. Ma prima due considerazioni. Parrebbe ormai scontata una carriera solista di un veteranissimo dell’hard’n’heavy, a 72 anni, poiché siamo negli anni in cui il motto rock and roll will never dies è infatti impersonato fisicamente da una sempre più fitta schiera di redivivi, ritornanti e residuati bellici rimessi in carreggiata da qualche piccola etichetta con molto entusiasmo e pochi soldi. La “rinascita” di Mick Mars, tuttavia, è più una non morte.
Dalle rivelazioni del testamento dei Mötley Crüe, The Dirt, sappiamo che quel corvaccio tetro e di poche parole – accanto al trio di bellocci senza causa né morale (Nikki Sixx, Vince Neil e Tommy Lee) – aveva delle valide ragioni per risultare così scostante e defilato: una grave e rara malattia alle ossa che ha iniziato a imboccare il suo corso degenerativo proprio ai tempi del successo della band. Per anni Mick Mars ha nascosto il tutto, ma – a fronte delle confessioni nel libro – la sua tragica situazione ha sia costretto tutti a rileggere i suoi anni d’oro sulla cresta dell’onda glam metal in una chiave meno scanzonata e dissoluta, sia – soprattutto dopo la rinascita commerciale dei Crüe (proprio a seguito del successo di The Dirt, biopic su Netflix inclusa) – portato a chiedersi come facesse a resistere, sin dal 2002, ancora un altro giorno in piedi su quei palchi infuocati.
Sorprende che persino oggi Mick non molli la presa. Il gruppo l’ha sostituito con il professionale e sempre più prezzemolante John 5 (che è un talento assoluto, sia chiaro) e lui potrebbe finalmente “godersi” i suoi ultimi anni di agonia, mentre invece no, realizza un EP in solitaria e accusa il gruppo di fregargli la memoria. Da Loyal to the Lie, primo morso, possiamo intuire che lo stile riprende proprio quella via moderna tentata dai Crüe negli anni Novanta e ormai rinnegata quasi totalmente.
La verve creativa di Mars sembra ancora, come in questi anni, perfettamente in salute. Inoltre ha avuto la fortuna di trovare un singer possente e decisivo come Jacob Bunton, versione anabolica e giovanile di, guarda caso, John Corabi.
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