Uguali agli altri ma diversi da tutti.
Riassumendo: da Manchester (come mille altri), in bianco e nero (come mille altri), in quattro (come mille altri). Eppure unici. I Maruja – all’esordio quest’anno con l’EP Knocknarea, la cui copertina fa pensare a dei Timber Timbre proletari – tornano con un nuovo sardonico brano intitolato One Hand Behind the Devil.
Harry Wilkinson alla voce, Jacob Hayes alle pelli, Matt Buonaccorsi al basso e Joe Carrol al sax mandano la disperazione inglese direttamente nello spazio, muovendosi in un’orbita post-punk sregolata e sporca, in maniera non dissimile da quanto sentito recentemente con i Do Nothing.
La capacità di mostrarsi dinoccolati, disperati, aggressivi, spesso nella medesima traccia, fa la forza di un progetto che promette parecchio e che sembra sia imperdibile dal vivo.
Le tracce, intanto, si susseguono una dopo l’altra fra YouTube e Spotify e l’impressione è che quando sarà l’ora del debutto toccherà farsi trovare pronti e preparati ad accogliere una macchina di emotività e suono che si muove minacciosa tra le strade del North West e che sembra distillare lacrime e sudore in preghiere urlate alla luna, come ogni licantropo che si rispetti.
Ancora non siamo in grado di dire se quella dei Maruja sia soltanto una fase, ma se riusciranno a mantenere questa tensione potranno dire la loro e tenere la testa alta, urlando sudati.