Personale, naturale, autentico.
One Man Band è una canzone d’amore solitaria e malinconica, di quelle che nascono di notte, nei momenti in cui ci si fa forza dentro al dolore, in una lucida consapevolezza che strappa dall’oblio della tristezza.
Ci vuole carattere per saperle scrivere canzoni così, ed esperienza per scolpirle, renderle indelebili. Miles Kane queste caratteristiche ce le ha tutte e non soltanto quelle. Per il suo quinto album (che porta proprio il nome di questo pezzo) l’artista inglese è tornato alla forza delle chitarre e all’intensità di interpretazioni dirette e suggestive, mostrando il lato più personale. Non tanto un percorso a ritroso che sa di nostalgia, quanto una necessità di ritrovare e di mettere in musica le tappe principali di un elaborato percorso individuale.
Così, Kane riesce a «cantare dei giorni più luminosi» durante quelli più scuri, mettendo a nudo le proprie debolezze ed esorcizzandole con la forza esplosiva di un ritornello liberatorio da cantare forte, per farsi sentire da se stesso prima che dagli altri.
Mostrare il proprio volto è difficile, specie dall’alto di un palco. Ma se si fa in modo autentico, lo si riesce a leggere con maggiore chiarezza. Forse è così che si scrive un album maturo, forse è così che si diventa grandi.
Miles Kane The Last Shadow Puppets
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