Come diamanti nascosti tra i sassi.
A volte l’ispirazione nasce dalle collaborazioni più casuali, quando le affinità tra le persone coinvolte sbocciano senza forzature e si trasformano in qualcosa di davvero valido ed efficace, senza che siano necessari paletti o altri inutili orpelli stilistici.
È successo anche stavolta: il progetto palermitano concettuale Mera Lumen, capitanato da Edoardo William Cloud, ha unito le forze con Loredana Fayer, torinese, poetessa, scrittrice e giornalista con un passato attivissimo nell’underground dark italiano (sua la fanzine Dusk Memories, mitica come sua la penna, che ha scritto su altre realtà, nonché regalato liriche a band come The Frozen Autumn, In My Rosary e altri).
Il risultato è un piccolo gioiello nascosto che sarebbe un crimine rimanesse affogato nel mare magnum di internet: Soulane’s Chant si muove sinuosa in un mondo altro dove i Dead Can Dance più ispirati e il Sylvian più colto e sperimentale si uniscono idealmente, prima di affogare il tutto in una ricerca sonora fatta di riverberi rarefatti in cui vanno a intrecciarsi spiritualità, misticismo e malinconia. Eterea, impalpabile e sognante, è probabilmente la miglior canzone (che poi è pure riduttivo chiamarla così) di questo genere che potrete ascoltare nel 2023.
Due anime realmente ispirate, che riescono a trasmettere in musica e versi uno stato d’animo altrimenti indescrivibile: questo dovrebbe essere il fine ultimo dell’Arte con la “A” maiuscola: altro che sfilate di moda nerovestita con un gintonic in mano.