Il culto del vero black.
Tra i capostipiti del gothic doom italiano (e spesse volte inseriti nel filone symphonic black metal), i Cultus Sanguine sono una di quelle band storiche che negli anni Novanta ha lasciato il segno nella musica estrema dello Stivale e non. I loro due album Shadow’s Blood e The Sums of All Fears restano dei veri e propri capisaldi della musica oscura di casa nostra.
Tornano quasi inaspettatamente oggi con un nuovo lavoro, Dust Once Alive, e il tempo sembra essersi fermato: se da una parte la cosa può sembrare anacronistica, in realtà il godimento sta proprio lì. Nessun finto abbellimento, nessuna concessione alla modernità sonora imperante: solo “semplicemente” il proseguo di un discorso interrotto quasi un quarto di secolo fa senza sconti nè concessioni.
La bellezza di un brano come Forgiving Is Human è tutta qui: il piacere di un suono e soprattutto un’attitudine ormai perduti dietro a tonnellate di band (anche estreme) inchinate di fronte ai plug-in dei computer, il sentore di marcio, disperazione, imperfezione e orgoglio che grida umanità da ogni nota, per quanto malinconica o aggressiva possa essere. È un come back vero quello dei Cultus Sanguine, sincero e sentito fino all’osso, e fa piacere vedere che i Nostri siano riusciti a rimanere fedeli a se stessi fregandosene altamente dei trend attuali.
Per chi li amava, è sicuramente un ritorno in pompa magna. Per chi non li conosceva, un’occasione unica per andare a riscoprire alcuni dei dischi culto che hanno letteralmente segnato un epoca.