L’accettazione della morte come chiave di volta per una vita migliore.
Will Oldham sta invecchiando. Si sente.
D’altra parte, è dal 1993 che sta nel giro, ha pubblicato decine di lavori dove ha esplorato ogni angolo della sua anima per rileggerla in musica e donarla al mondo, con tutte le sue contraddizioni, domande, pensieri, sofferenze. E dopo una corsa a perdifiato si rallenta, si dosano le energie, si cerca di fare il punto.
Questa è l’impressione che si ha ascoltando il suo ultimo, bellissimo Keeping Secrets Will Destroy You. E una tale presa di coscienza (quella descritta nel titolo) è il perno attorno al quale ruota il concept emotivo dell’album, dove Bonnie sembra meno nichilista del solito, abbandonandosi a riflessioni più ampie.
Lo si legge benissimo nel testo del brano di apertura, Like It or Not. Che piaccia o meno (appunto), «alla fine, si muore tutti: inutile nascondere le cose». Un guardare all’esistenza per ciò che è nella maniera più serenamente spietata possibile: siamo di passaggio, arrovellarsi su inezie apparentemente importanti è solo una perdita di tempo. Il tutto, come sempre, accompagnato da una musica all’apparenza semplice che nasconde nei suoi dettagli la genialità del songwriting del Principe.
Se (il dubbio è lecito) la sua carriera sta volgendo al termine (per età, interesse, variabili della vita), il nuovo disco dimostra quanto un artista possa mantenere un livello qualitativo altissimo per molti decenni, se la fiamma interiore non è un fuoco di paglia ma un braciere che – pur mutando – continua imperterrito ad ardere.