Be careful what you wish for.
Non è tutto oro quello che luccica e non dobbiamo dimenticare che ogni società (citando Brian Yuzna) nasconde le sue belle magagne sotto il tappeto. I Timber Timbre sembrano essere tornati in grande spolvero, con un Taylor Kirk che ci accarezza con la sua voce suadente, raddoppiata da vocalist soul, spingendoci a chiedere alla comunità quanto necessitiamo. Morte, luccichii, cadaveri… occhio a ciò che si desidera, potremmo ottenerlo.
I membri di questo circolo – pur muovendosi su note fantastiche e luccicanti – hanno qualcosa di fortemente malsano, ma come faremo a resistere a questo elegantissimo sfascio? Ormai siamo preda della musica, ancheggiamo mollemente seguendo la melodia e ripetendo a mo’ di zombie quelle dolci parole, mentre la nostra anima e il nostro corpo sono già in disfacimento.
Bisogna stare attenti, attentissimi ai Timber Timbre. In primis perché sono un progetto con uno stile e un’eleganza senza pari, in secondo luogo perché il prossimo disco uscirà a ottobre, post-estate, quando saremo tornati a essere elegantissimi e stilosi, convinti di poter sul serio ambire a un posto nella comunità. Facciamoci forza, resistiamo amandoli a fondo, per una musica soul pop che potrebbe fare sfaceli tra i nostri cuori.
Dovremo essere pronti a dimenticare tutto, anche al fatto che da diciotto anni questa gente seguita a fare accoliti. Insomma, meritatamente, la loro comunità va ad allargarsi.