Essere uomo o essere macchina? Questo è il problema.
Ci sono musiche che riflettono la parabola tecnologica nella quale ci troviamo. In particolare, il blend tra esseri digitali “senzienti” e vecchi umani. Anche il metal ha dovuto cercare di stare al passo con i tempi e qualcuno, qualche anno fa, l’ha vista lunga. Senza necessariamente entrare nella disamina di cosa è djent e cosa non lo è, rimane il fatto che i britannici TesseracT hanno contribuito ad ampliare lo spettro tecnico (e tecnologico) del progressive tanto caro alla loro terra.
A cinque anni dall’ultimo Sonder, infatti, ci troviamo con un nuovo disco il cui artwork – che presenta i caratteri “ex” ed “el”, protagonisti del precedente concept – è stato creato in collaborazione tra un’intelligenza artificiale e l’uomo come mezzo per estendere il concetto nella sua presentazione. E così anche il video in Unreal Engine che fa da sfondo (o forse molto di più) al nuovo singolone cinematografico War of Being.
Acle Kahney, Daniel Tompkins, Amos Williams, Jay Postones e James Monteith continuano le peregrinazioni narrative lasciate in sospeso. L’astronave Dream è precipitata e i protagonisti Ex e El si sono risvegliati per ritrovarsi in Strangeland, ad affrontare un nemico conosciuto semplicemente col nome di Fear. I due vengono separati e così inizia un nuovo viaggio in questo nuovo territorio, probabilmente popolato da samurai che si scontrano in uno sconfinato deserto planetario, mentre i musicanti se la giocano a furia di partiture sghembe, in questa nuova suite di oltre dieci minuti.
Che forse questo non sia il futuro della musica con le chitarre distorte è anche probabile. Che però non finisca per riconoscere ai comunque ancora giovanotti (nella musica si resta giovani anche dopo vent’anni di attività, a volte) tesseratti lo status di icone metal della nuova generazione è assai improbabile. E una fanbase come la loro farà davvero fatica a cedere lo scettro di paladini del nuovo progressive a qualcun altro.