Insetti giganti all’attacco dei poser fighetti.
Quando un signore dotato di ottimo gusto come Jack White – sgomitando un po’, c’è da dirlo – riesce a farti firmare un contratto per la sua Third Man Records, qualcosa di buono devi averlo fatto, no? Ovvio, e gli Snõõper al momento non hanno sbagliato nemmeno un colpo.
Facile – si potrebbe dire – con un solo (recentissimo) album all’attivo. Meno semplice è riuscire stiparlo di brani davvero azzeccati privando la tracklist di qualsivoglia riempitivo. Tutti nervosissimi e istintivi schizzi senza fronzoli, lineari nel loro essere assurdi, roba che i primi Pavement applaudirebbero.
Prendiamo come esempio il singolo Fitness: due minuti scarsi di un frullato contenente indie, post-punk americano, pop deviato, ironia e sarcasmo – sotto una cattedrale fatta di materiale di recupero che, a mo’ di effige religiosa, sulla guglia principale riporta la scritta DO IT YOURSELF.
Brani come questo – scarni, semplici, diretti ed efficaci – ridanno spessore al termine indie, quando lo stesso non era un vero e proprio genere musicale quanto un’attitudine vissuta fino al midollo sia dai musicisti che dagli ascoltatori. Che poi questa roba non troverà mai spazio nelle charts è chiaro (non è mai successo e mai succederà), ma per contrastare il vicino di sdraio che spara il reggaeton dalle sue casse bluetooth della Bose e fargli vedere subito come stanno le cose non c’è di meglio.