Attuale punk d’attualità.
Nella loro carriera ultratrentennale, i Punkreas hanno sempre tenuto gli occhi bene aperti sul presente. I loro testi di denuncia sociale raccontano la realtà circostante in modo lucido, spesso ironico, con un occhio particolarmente attento alle ingiustizie e alle disuguaglianze. Uno stile preciso a cui raramente hanno rinunciato e che – oltre a esserne un preciso marchio di fabbrica – è divenuto al contempo punto di forza ed elemento di debolezza a seconda del punto di vista da cui si vuole guardare la cosa: da un lato l’assoluta coerenza nelle intenzioni e la capacità di non scendere a compromessi e non snaturarsi, dall’altro un’estetica musicale che introduce pochi elementi di novità in una struttura canzone settata su standard ben precisi.
Dai Dai Dai (Die Die Die) è “Punkreas” al 360% nelle dinamiche, nelle tematiche, nella forza espressiva e in tutte le sue caratteristiche. Il pezzo affronta il tema dei ritmi di lavoro, in particolare di quello dei rider, attraverso una cadenza serrata e il tiro giusto, che entra in testa e fa muovere il corpo. Uno spazio dentro cui Giancane trova una perfetta collocazione, con una certa affinità nello stile e nel disegno complessivo del brano.
Che si parli di corruzione o di abusi delle forze dell’ordine, di guerra o di diritti civili, i Punkreas sono sempre bravi a divertire facendo riflettere. E anche stavolta hanno colpito nel segno.