Dalla puglia un misterioso percussionista unisce la tradizione alle maree e alle città.
Vincenzo Guerra è un percussionista pugliese attivo su più fronti, dalle collaborazioni con Ghemon al progetto collettivo Thinkaboutit.
In questa 080-565 a nome Maladé però qualcosa cambia. Sembra che Vincenzo stia pressando e percuotendo un suono tradizionale dall’Adriatico in una sarabanda ai confini con il western, con il risultato di ottenere una strumentale di poco più di 3 minuti che potrebbe diventare molto altro. Sia chiaro: il tutto risulta essere già completo, ma stuzzica parecchio la fantasia di sentirci una voce camminare sopra. Non chiedetemi perché: sono quelle sensazioni che a volte ci prendono ascoltando un brano più e più volte. Specialmente quando questo è particolarmente evocativo e umido, raccontandoci del mare e delle città da esso bagnate.
Groove a rotta di collo, che parte da una frase pescata chissà dove e finisce con una voce infantile. In mezzo un oceano urbano, gravido di quelle suggestioni che molte produzioni attuali (penso finanche a Madame, che su un beat del genere ci starebbe come il cacio sui maccheroni, oppure alla saga Liberato) sposano con ottimi risultati.
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro di Maladé, non conosciamo le sue intenzioni e saremo curiosi di seguirne i rivoli musicali, visto e considerato come la gemella Contrabbando esalti sapori tzigani ed andalù, tornando a quella fase in cui l’Italia era ebbra delle contaminazioni ispaniche e arabe, andate poi a sposarsi con un presente musicale intrigante e sfaccettato.
Maladé entra a tutto tondo in un mosaico musicale brillante, che di sicuro non aspetterà molto a rivelarsi con qualche colpo di scena.