E venne il giorno in cui i dinosauri furono rimpiazzati dai topi.
Gintsugi, polistrumentista italo-francese, si sta lentamente avvicinando al suo primo album, e lo sta facendo con una serie di brani nei quali mette in mostra la sua proposta di art pop con venature elettroniche e una certa, interessante ricerca lirica.
Hex è il suo nuovo singolo – scritto alla chitarra ma poi riarrangiato utilizzando pianoforte, violino e sintetizzatore –, è nato un po’ di tempo fa e ironicamente si ispira a quelle figure politiche che negli ultimi tempi sembrano riuscire a canalizzare un elettorato che raccoglie anche svariate figure che si pensava fossero ormai superate: il cattolico integralista (difensore della famiglia tradizionale e della legge di Dio), il negazionista social (il COVID è un’invenzione, così come il cambiamento climatico), il nostalgico uscito allo scoperto (Putin ha ragione e tutto sommato neanche il pelatone era poi così male), il reazionario e aspirante intellettuale di destra (regola principale? Minimizzare e ripetere le stesse cose all’infinito).
«This is my hex on a T-rex / You’re a dinosaur and as them you’ll soon be extinct» canta Gintsugi nel ritornello, anche se non ne sarei così sicuro che ci troviamo di fronte a dinosauri prossimi all’estinzione: l’appiattimento culturale e la banalizzazione di ogni elemento di crescita sociale al momento gioca a loro favore. Come in una forma embrionale della visione dispotica che George Orwell raccontava in 1984, la memoria e il linguaggio perdono ogni giorno sempre più valore, mentre la scelta di creare falsi problemi e fantomatici nemici (il migrante, il drogato, la famiglia omosessuale, lo zingaro) sembra voler distogliere, aizzare e indirizzare le masse in un catartico momento dell’odio ben più lungo di due semplici minuti.
Cara Gintsugi, mi spiace ma forse ti sbagli: non sono grossi rettili che stanno per scomparire, ma piuttosto topi che hanno alzato la testa, pronti a infettare il mondo.