Non il solito metallone brutalmente cervellotico.
Gli Scar Symmetry non hanno mai rivestito un ruolo decisivo nel panorama metal odierno, eppure sono una delle poche band in grado di far battere forte il cuore nel turbine della più spietata rappresaglia brutal-death. Non possiamo parlare di progressive perché, nel caso di Chrononautilus, il brano comincia e finisce con uno smanettamento bacchettistico disumano, algido e meccanicistico, ma, da una tessitura da trappola per moscerini, si libra un senso melodico d’altri tempi.
Non stiamo parlando di un tuffo nel vintage melodeath anni Novanta o peggio di un revivalismo thrashcore di inizio Duemila. Chrononautilus mette insieme i Dying Fetus e i Symphony X, ma non per creare un sodalizio improbabile e sterile. La canzone ha bisogno di questi due modi diversi di reagire all’ineluttabilità della morte al fine di ergersi sulle Alpi campestri delle nostre anime e soffiarci un po’ di speranza.
Chrononautilus commuove, tramortisce, trasforma cinque minuti della nostra vita nella versione sinfonica di una brutta litigata tra innamorati. C’è tutto: l’ego che blasta le debolezze dell’altro, le accuse sempiterne di chi è stanco di aspettare la felicità attraverso le bugie soffici di un cuscino caldo e pieno di capelli morti, la speranza che la tempesta di ormoni finisca in un flusso violento di sangue mestruale e di sesso appiccicoso. Fino alla prossima simmetrica cicatrice di questa vita porca bastarda.