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Arthuan Rebis: Una scala per il cielo
Arpe fatate

Scalinate verso il paradiso, per sfuggire alle autostrade per l’inferno.

Continua il percorso musicale di Alessandro Cucurnia, alias Arthuan Rebis. Lo avevamo lasciato due anni fa con il brano Driade, e lo ritroviamo oggi con un ancora più convincente Una scala per il cielo.

Colonna sonora ideale per il suo libro uscito di recente, Helughèa, il brano si dilata tra intuizioni neoclassiche e forti influenze celtiche, con una melodia malinconica su cui il testo sognante si posa soffuso, regalando all’ascoltatore un vero e proprio viaggio onirico verso altri mondi ed epoche, distanti dalla frenesia bulimica del mondo moderno. Così ci ritroviamo, anche se solo per pochi minuti, in contatto con la natura stessa dell’essere umano, con tutte le sue paure, fantasie ed emozioni.

È un pifferaio, Arthuan Rebis, che prende per mano coloro che si approcciano alla sua musica e li accompagna in luoghi fantastici ma tremendamente veri, dove acqua, aria, terra e fuoco sono la fonte reale dell’essere, e finalmente i neuroni intossicati da una tecnologia sempre più invasiva e ingombrante possono tornare a respirare.

Inutile sottolineare quanto musica come questa sia rivolta a una nicchia di appassionati, ma per tutti coloro che cercano qualcosa di diverso e genuino potrebbe essere l’inizio di un cammino artistico e spirituale inedito, che regalerà sicuramente emozioni a un altro livello.

Arthuan Rebis Alessandro Cucurnia 

↦ Leggi anche:
Arthuan Rebis: Driade

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