Tutto troppo bello e perfetto per essere vero.
Cosa c’è di peggio che esordire tirando fuori dal cilindro un brano orecchiabile e immeditato come hanno fatto queste giovani ragazze? Magari avere alle spalle una major come Island ed essere già parte della scuderia Qprime che segue grandi e affermate star della musica (Muse, Fools, Metallica e tanti altri), e infine aver goduto di immediata attenzione mediatica, generando un hype crescente solo con il primo singolo.
Tanto basta per scatenare una specie di shit storm a colpi di “band costruita a tavolino” e “studiata per il mercato mainstream”, e qualunque altro commento negativo a prescindere, da parte di certa critica snob che le liquida a prima vista nemmeno le avesse viste mangiare i piselli con il coltello (come il buon William Makepeace Thackeray insegna).
Si ripete in fondo quello che è successo con le deliziose Wet Leg, uscite con la perfetta Chaise Longue e poi con un album pieno zeppo di pezzi divertenti, ben fatti, ottimamente prodotti e arrangiati, solo per incontrare una prevenuta resistenza da parte dei duri e puri che avevano una certa difficoltà a riconoscere il valore di un disco troppo immediato.
Nothing Matters è una brano super pop cantato con personalità da Abigail Morris, con sapori che ricordano Florence Welch (non a caso saranno band di supporto nel tour dei Florence and the Machine), prodotto dal numero uno James Ford, che ha realizzato con loro il primo album (non ancora annunciato e tenuto per ora gelosamente nascosto), e accompagnato da un bel video che cita le sorelle Lisbon (vedi Il giardino delle vergini suicide – film del 1999 scritto e diretto da Sofia Coppola).
Le Last Dinner Party sicuramente dovranno darci delle conferme, ma già riescono a mettere in mostra una certa qualità melodica, una buona presenza scenica (anche quando si presentano in abiti ottocenteschi) e la capacità di realizzare dei live coinvolgenti e sempre sold out: sono solo all’inizio ma direi che hanno già tutte le carte in regola per crearsi un loro pubblico.